Incontro con il Consigliere di Stato Dr. Francesco Caringella
Nell'ambito della sua attività rivolta al bene della comunità, il Rotary organizza anche incontri socio-culturali, come nel caso della conferenza tenutasi presso l'Aula Magna del Liceo Valdemaro Vecchi di Trani, centrata su un incontro con il Consigliere di Stato Dottor Francesco Caringella,
Il dottor Caringella è autore di diversi libri e in particolare, nell'occasione, ha presentato la sua ultima fatica, 10 lezioni sulla giustizia, con il sottotitolo per cittadini curiosi e perplessi. Erano presenti e interloquivano con il Dottor Caringella, diverse personalità pubbliche, tra le quali l'Avvocato dello Stato Lucia Ferrante, Socia del Rotary Club Bisceglie. Moderava l’incontro Il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Gianpaolo Balsamo.
La serata è stata aperta dalla presentazione della Dott.ssa Angela Tannoia, Preside del Liceo Valdemaro Vecchi che ha ringraziato tutti gli intervenuti e ha rilevato come presentazioni di questo tipo siano una opportunità per gli allievi di approfondire tematiche importanti, quale quella della legalità e giustizia
Il Dr. Balsamo ha fatto presente come la legalità coincida con la libertà e come sia sempre vivace il dibattito per mettere a fuoco esattamente che cosa s’intenda per legalità: lezioni come quelle del Dottor Caringella facilitano questa presa d'atto e sono quindi molto opportune. E’poi intervenuta il Vicesindaco di Trani, Dott.ssa Ciliento, che ha portato i saluti del Sindaco Bottaro e gli auguri per questo esame di un argomento così importante: che lasci traccia entro di noi per dare speranza alla nostra società. E’seguito l’intervento dell’Avv. Nicola Giorgino, nella doppia veste di Sindaco di Andria e di Presidente della Regione BAT. Egli si è complimentato per l'iniziativa, nell’ambito della quale si svolge questo incontro, quella dell’alternanza scuola lavoro, trattandosi di un arricchimento fondamentale per i giovani, con un taglio sostanzialmente pratico. Ha poi preso la parola l’Avvocato Tullio Bertolino, Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Trani. Egli ha fatto notare che l'illegalità va certo combattuta con le toghe e con le manette, ma innanzitutto nella coscienza dei giovani, in quanto la legalità precede sempre la giustizia. Infine, il Presidente del Rotary Club Trani, Architetto Giuseppe D'Angelo, ha rilevato come la progettazione comporti decisioni sempre fondamentali, che hanno molto a che fare anche con l'etica: si sta infatti lavorando da tempo su una legge che diventi uno strumento fondamentale per i lavori pubblici e per l'autorità anticorruzione. Egli ha ricordato in proposito un libro molto interessante, intitolato “E’ normale, lo fanno tutti”, sulla corruzione, perché non avvertita come illegale, vista la sua capillare diffusione. Quindi, la proposta di legge quadro sull'architettura, su cui si sta lavorando, va centrata non solo sulla validità del progetto, ma anche sulla necessità di ripartire dall'etica e dal rispetto delle regole. La Dottoressa Lucia Ferrante si è richiamata al sottotitolo del libro “per cittadini curiosi e perplessi”, essendo appunto necessaria un'analisi profonda del problema, per sviscerare i dubbi che vengono sulla legalità all'uomo della strada. Ha poi preso la parola il dottor Caringella che ha iniziato con la considerazione che esistono nella giustizia diversi “buchi neri”, quali un sostanziale senso di sfiducia, poiché la gente si chiede: come può essere che giudici che hanno fatto gli stessi studi e applicano le stesse leggi, diano, sullo stesso problema, risposte a volte molto diverse? Discutere della giustizia è sempre un'occasione di crescita, in particolare nelle scuole,con i giovani, perché, come diceva Gesualdo Bufalino, la lotta alla mafia si fa non soltanto nelle aule di giustizia, ma anche nelle aule scolastiche, essendo quindi evidente l'importanza degli insegnanti, che è fondamentale: non per nulla, in Giappone, tutti si inchinano all'Imperatore, tranne gli insegnanti, perché essi formarono l’Imperatore stesso e sono importanti non di per sé, ma per l'insegnamento impartito.
La giustizia italiana è palesemente intasata da problemi culturali, perché in altri Paesi, ad esempio, non esistono contenziosi scolastici. In Italia, ci sono 8 milioni di processi contro 100.000 in Germania e questo indica come si vada a processo per le questioni più diverse. A questo stato di cose si può reagire solo con una corretta applicazione della legge, ma, soprattutto, con un'etica a monte che coinvolga soprattutto i cittadini. Platone diceva infatti che la giustizia richiede legge equa e giudice saggio, senza dimenticare che la giustizia è stata donata da Dio agli uomini per la felicità del maggior numero possibile di persone.
La Dottoressa Ferrante chiede quale sia la posizione del giudice nei confronti della verità, se si tratti veramente di un momento complesso e come lo viva il giudice. Caringella risponde che sentenze diverse dei giudici sullo stesso caso, indicano come, in realtà, esercitare la giustizia sia un'arte. Inoltre, la ricostruzione storica di un evento, va fatta con un approccio di totale umiltà, perché la verità del giudice è una verità umana, quindi imperfetta e relativa, direi “probabilistica”. Infatti, gli americani, in merito al giudizio, non parlano di verità, ma di “evidence”, cioè di verità processuale. Interviene a questo punto il Dr. Balsamo, chiedendo lumi sul meccanismo legato alle prove processuali. Al quesito, il dottor Caringella risponde che per le prove deve valere quanto riassunto con un acronimo in inglese BARD, in quanto le prove devono essere acquisite Beyond Any Reasonable Doubt (al di là di ogni ragionevole dubbio): Non va dimenticato, infatti, che oggi come oggi, l'importanza della scena del crimine è fondamentale e che, nella attuale situazione di comunicazione diffusa, il processo è diventato anche mediatico. Pertanto, l'opinione pubblica tende, in realtà, a delegittimare il processo, diffondendo notizie, dettagli, analisi e discussioni sullo stesso. Il Dottor Balsamo interviene citando il Presidente della Repubblica, il quale afferma che “la toga non deve essere un abito di scena” e il Dottor Caringella gli dà ragione, perché è assolutamente indispensabile che il giudice non strumentalizzi il proprio ruolo e al tempo stesso, esca dall’isolamento, per far comprendere la motivazione della sentenza. Un altro aspetto da tenere in considerazione, specie nel processo civile, riguarda i tempi della giustizia, che è assolutamente indispensabile siano ragionevoli, perché come affermano gli inglesi, “justice delayed is justice denied”, la giustizia in ritardo è giustizia negata.
E’ seguita poi la proiezione di un video, realizzato dagli allievi che riassumeva in maniera molto efficace e concisa le 10 lezioni elencate dal Dottor Caringella nel suo libro. Il video, molto ben realizzato, è stato apprezzato ed applaudito.
E’ seguito un breve dibattito con alcune domande.
La prima domanda era: dobbiamo davvero accettare che si assolva un colpevole piuttosto che correre il rischio di condannare un innocente? Certo, risponde il dottor Caringella, in base all’antico e sempre valido principio che il giudizio è “in dubio, pro reo”. Ampliando il discorso e parlando anche della durata della pena, va sottolineato come questa debba essere proporzionata alla possibilità di recuperare il condannato: per alcuni reati, infatti, sarebbe meglio una multa o una pena sociale. Altra domanda sull’importanza del fattore umano dell'imputato. Ne va tenuto conto, risponde il Dottor Caringella, ma non in maniera condizionante, perché tutto dipende anche dal contesto e dalle varie vicende umane. Altra domanda: che differenza c'è tra il giudizio del professore a scuola e quello del giudice? Risposta: la differenza sta nel fatto che il giudice deve, in pratica, ricostruire “una storia”, che è la storia di quanto è avvenuto, mentre il professore deve giudicare una realtà oggettiva. Esiste il pericolo del pregiudizio? A questo si rimedia con l'oggettività, senza dimenticare che altri limiti da evitare sono il conformismo, il narcisismo e il familismo, tutti i trabocchetti nei quali può cadere il giudice, il quale, in effetti, lavora contro i propri limiti. Un'altra domanda ha riguardato l'influenza sulla gestione del processo della forza economica dell'imputato e la risposta è stata che
l'eguaglianza è indispensabile di fronte alla legge, essendo, come è scritto in tutte le aule di tribunale, la legge uguale per tutti.
In conclusione, il Dottor Balsamo chiede lumi sulla responsabilità del giudice e il Dottor Caringella risponde citando Calamandrei: deve esistere la fede nella giustizia, non come puro atto di fede, ma come frutto di un funzionamento efficace. Inoltre, non bisogna mai confondere la responsabilità con l’errore. Infine, la Dottoressa Ferrante ha portato il punto di vista degli avvocati, che spingono per l'efficienza e cercano di dare un contributo al buon funzionamento della giustizia e il Dottor Caringella si è detto d’accordo, in quanto, per il buon funzionamento della giustizia, la collaborazione tra giudice e avvocato è assolutamente indispensabile. Al termine, la Preside Angela Tannoia, ringrazia i partecipanti, si dice lieta per la partecipazione e conclude citando una massima di Pasolini: la verità non sta in un sogno. ma in molti sogni.
Achille Cusani 22 gennaio 2018