55^ Festa della Scuola
E sono 55, 55 anni che il R.C. Trani - presidente Cosimo (Mimmo) Lasala - organizza la festa della scuola per premiare, con una borsa di studio, gli studenti più meritevoli del territorio che comprende oltre Trani, anche Andria e Barletta, Bisceglie e Corato, città storicamente rappresentate all’interno del Club.
Quest’anno tocca a me presentare su stampa e social questo evento prestigioso che non è solo una premiazione agli studenti che si sono distinti tra i migliori nei rispettivi Istituti Superiori.
La “Festa”, è un qualcosa in più, è anche un evento formativo, un evento in cui i ragazzi hanno l’occasione di confrontarsi con esponenti del mondo del lavoro, dell’arte, della scienza, come ad esempio, limitandoci solo alle personalità che ci hanno onorato della loro presenza negli ultimi anni e che sono di esempio di vita per gli studenti: il Cav. Giovanni Pomarico, noto imprenditore esempio del self made man, il Dr. Lino Patruno, ex Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, l’arch. Claudia Marciano e l’ingegnere nucleare Nicola Scarpelli, esponenti del mondo della tecnologia per l’energia e l’automazione, il Dr. Lorenzo Bellicini, Direttore del Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell'edilizia, che sono stati graditi ospiti del Club negli ultimi anni.
Quest’anno sarà Andrea Franzoso, autore del libro “Il Disobbediente”, il personaggio che porterà il proprio messaggio ai ragazzi. Il suo libro non è un romanzo commerciale, ma è la testimonianza narrata di una coraggiosa quanto rara personale esperienza di denunzia di malaffare, di gestione dissennata della cosa pubblica, di clientelismo, di ignavia …
Andrea Franzoso merita molto di più che poche righe di encomio per essere stata, a dir poco, una persona di altri tempi ed alti valori.
Egli è stato un dipendente delle “Ferrovie Nord”, società pubblica che gestisce in Lombardia oltre 300 km di rete sulla quale circolano 900 treni al giorno, sui quali viaggiano circa 200.000 passeggeri nelle province di Milano, Varese, Como, Novara, Monza/Brianza, che, di fronte alle palesi ruberie ed attività illecite del Presidente con la complicità di chi lo attorniava, ha scelto di non girare la testa per mantenere lo stipendio, ma di denunziare tutto all’Autorità Giudiziaria e per questo è stato allontanato da colleghi fino a perdere il suo posto di lavoro, vivendo da solo questo dramma (anche i suoi genitori all’inizio non ne avevano condiviso la scelta) ma
tenendo duro, non essendo disposto a barattare la sua onestà con l’ignavia pur di mantenere il posto di lavoro.
Scrive nella postfazione del libro Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione: “ho sempre ritenuto di dovermi porre nei confronti di chi vuole collaborare con la giustizia, un atteggiamento quanto meno dubbioso, se non proprio diffidente … ma …. Andrea Franzoso incarna alla perfezione l’archetipo del whistleblower: disinteressato e mosso solo dalla coscienza civica, facendo prevalere l’interesse collettivo più che quello personale, perfino a rischio di perdere il lavoro, come poi è accaduto”.
Non è un semplice attestato di stima, sono parole pesanti di un soggetto che, al vertice dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, vede passare sotto le sue mani dossier di innumerevoli episodi di corruzione, soggetto che è conscio di non avere tutti i mezzi necessari per combatterla anche perché non è da tutti il coraggio di denunziare. Egli evidenzia che in tutta Italia nel 2016 e primo semestre 2017 ci sono state solo 298 denunzie a fronte di migliaia e migliaia di episodi emersi i cui esempi più eclatanti vengono pubblicati o citati dalle agenzie giornalistiche. Sono parole di ammirazione, stima e speranza che la coscienza civica prevalga
Scrive un lettore ad Andrea Franzoso: “Sto vivendo una situazione simile alla sua, ma io sono un codardo. … Nelle interviste che ha rilasciato ho potuto leggere nei suoi occhi la gioia e la leggerezza di chi ha scelto. Il conflitto interiore mi sta logorando, la gastrite non mi da pace, vedo la mia professionalità sfiorire … La codardia, perché solo di questo si tratta, è ciò che mi lega allo stipendio …”
Ecco, questa è la foto del malato Italia che bisogna assolutamente “curare”: tanti furbetti che vivono alle spalle della politica, sperperi, ruberie, malversazioni e disinteresse della cosa pubblica e ricerca del potere … “al vertice della piramide, tutti fanno la stessa cosa: pubbliche relazioni”, accumulare amicizie, potere per sé che è una droga: “favori, regali e ricatti sono gli ingredienti alla base di ogni ricetta politica”.
Sono solo alcune delle frasi presenti nel libro che è una testimonianza dell’Autore non di se stesso, ma di come si possa fare molto per reagire, facendo valere i propri valori, i propri principi, prima ancora che i propri interessi economici.
Questa è la testimonianza che il Rotary vuole portare ai ragazzi, ma anche a tutti coloro che condividono gli ideali del Rotary: i valori, i principi sono più importanti del benessere personale raggiunto con mezzi illeciti o del potere fine a sé stesso.
Nel testo è citato anche un detto rabbinico, che è la metafora di ciò che si può volere dalla vita: “la Terra Santa è segnata da due laghi, il primo è quello di Genesaret, detto anche di Tiberiade, che riceve e dona acqua attraverso il Giordano. Il secondo, invece, riceve soltanto, accumula e nulla dà, ed è per questo che il suo nome è … Mar morto”
Tutti noi dobbiamo scegliere se ricevere e donare ovvero se trattenere tutto per noi: in quest’ultimo caso siamo … morti.
Il Rotary vuole testimoniare, attraverso i suoi esponenti, i suoi soci, con le proprie azioni, che la leadership non è il semplice raggiungimento di un posto di comando, ma è la capacità di raggiungere questa meta mantenendo al tempo stesso l’umiltà di donare.
In questo senso Andrea Franzoso incarna uno degli ideali rotariani e va non solo ammirato ed ascoltato per una sera dai ragazzi e dagli ospiti di questa “festa”, ma additato ad esempio (se l’ha fatto lui, posso farlo anch’io) a tutti e specialmente ai ragazzi che vengono premiati come meritevoli, ma che devono imparare che la vita non è solo un accumulo di relazioni e beni, ma anche assunzione continua di capacità e coscienza etica che è sempre necessaria in ogni campo.
Lucio A. de Benedictis