“C’era una volta il marketing”
Si può fare, però, un ulteriore passo avanti, arrivando al marketing 3.0, detto anche marketing umanistico. Il titolo del libro di Kotler era “Dal prodotto, al cliente, all'anima”, che riassume perfettamente il processo seguito dal marketing negli anni, anche se la traduzione italiana è un po' fuorviante, perché il titolo originale non parla di anima ma di spirit. Così è più chiaro, perché dopo il cliente, si guarda all'individuo, che viene visto non come puro consumatore, ma nel suo complesso, appunto umanistico, Questo comporta tutta una serie di conseguenze, per l'attenzione che viene data anche ai risvolti dell'azione di marketing, nel senso di sostenibilità, di globalizzazione e di attenzione sempre maggiore alle opinioni dei clienti. Infine, pochi anni fa si è arrivati al marketing 4.0, il cui titolo è “Dal tradizionale al digitale”, per sottolineare l'ormai fondamentale importanza di Internet nell'azione di marketing, che risulta sempre più veloce e sempre più adatta a quanto gli utilizzatori finali desiderano e fanno noto attraverso le loro interazioni nel web con le aziende o con i servizi. Riassumendo, la miscela tra proposta dell’azienda (un prodotto opportunamente progettato, ad un certo prezzo, distribuito in un certo modo), la comunicazione di tipo ormai pervasivo, con la quale, bene o male, conviviamo e la risposta degli utilizzatori, innescano un processo che porta al marketing attuale, definito come: una forma di etica professionale, tesa alla comunicazione ottimale tra fornitori e utilizzatori, allo scopo di rendere migliori e più fruibili prodotti, servizi e prestazioni sociali. Così, in conclusione, nella definizione di marketing, troviamo un bel po’ di Rotary: un approccio etico alla società e la tensione al miglioramento, perché a questo tende il nostro ideale di servizio, a rendere la Terra un posto migliore in cui vivere tutti, in pace. A questa esposizione, apprezzata dai presenti, è seguito un ampio dibattito in cui sono intervenuti, tra gli altri, Carla D’Urso, Francesca Ieva, Andrea Pugliese e Sabino Fortunato. In sostanza, si è dibattuto, con vari punti di vista, sull’aspetto etico del marketing che, a volte, induce al consumismo o all’acquisto di prodotti poco validi. La conclusione è stata che, in un mondo ideale, il marketing dovrebbe sempre proporre prodotti e/o servizi ineccepibile, ma, purtroppo, ciò non sempre si verifica, anche se esistono modi per ovviare, come un accentuato ricorso all’informazione o alle associazioni di consumatori. L’amico Gino Mastrapasqua ha poi commentato in maniera esemplare il dibattito svoltosi, sottolineando come il marketing sia una filosofia di gestione, un modo di pensare, che porta le aziende a divenire “marketing oriented”: perciò l’azienda, che vuole creare valore, non va confusa con azioni eventualmente poco etiche. Infine, ha concluso la serata l’Assistente del Governatore, Giuseppe Guglielmi, portando ai presenti i saluti del Governatore Gianvito Giannelli.